Comune di Mortano

Il comune di Mortano nacque nel 1828 dalle ceneri dell’antico Stato di Pondo, di cui in epoca feudale il borgo costituiva la parte più urbanizzata. Già da tempo il castello di Pondo non era più utilizzato come sede del potere: la definitiva distruzione operata dal sisma del 1768 costrinse i Doria-Pamphili Landi (allora signori di Pondo per conto dello Stato della Chiesa) a spostare i loro amministratori a Mortano. Fu in quest’occasione che lo stemma di Pondo fu bipartito per includere quello della nobile famiglia locale dei Mortani, i quali potevano annoverare tra i loro avi i figli di Uguccione Della Faggiola che possedettero il castello di Mortano nel XIV sec. Quest’ultimo sorgeva dove tutt’ora la mole del cinquecentesco palazzo - voluto da Jacopo e da Giovan Battista Mortani, suo figlio - domina l’intero borgo.

L’edificio scelto nel 1828 per le istituizioni comunali fu lo stesso della precedente amministrazione Doria-Pamphili Landi ed è quello di fronte a voi. La comunità di Mortano era sparsa su un territorio ampio e montuoso e, per quanto impervio, caratterizzato da una certa produttività agricola legata a castagneti e pastorizia. Pochi residenti nel borgo, quasi tutti in colline talvolta remote (Bucchio, Cigno, Seguno). La scarsità demografica obbligò sempre il Comune di Mortano a dipendere da realtà amministrative più ampie (Municipalità di Bertinoro prima, Mandamento di Civitella poi, infine la Municipalità di Meldola).

Cent’anni dopo Benito Mussolini, da poco presidente del Consiglio dei Ministri, abolì molti piccoli comuni romagnoli tramite il Regio Decreto n°3033 del 30 dicembre 1923 ( pubblicato il 25 gennaio 1924) . Fu così che il Comune di Mortano, erede del territorio che nel Medioevo costituì lo Stato di Pondo, fu suddiviso tra Galeata, Civitella e Santa Sofia. Quest’ultimo comune era nato nel 1811 separandosi da quello di Galeata e già da tempo esercitava una forte attrazione territoriale dovuta anche alla contiguità con Mortano.

Fu così che Santa Sofia e la componente più urbana di Mortano si saldarono definitivamente. Una passeggiata lungo le mura di Palazzo Bianchini - Mortani vi farà apprezzare uno dei quartieri più antichi di Santa Sofia e meno compromessi dal terremoto del 1918. Sorgono qui la chiesetta di San Francesco D’Assisi, l’oratorio di San Filippo Neri, piazza Mortani e piazza Curiel. Infine, un bel ponte a schiena d’asino vi introduce alla via per l’antico oratorio di San Giacomo in Meleto.

Terra di confine

Il confine tra Stato Pontificio e Granducato di Toscana tagliava a metà il tessuto urbano di Mortano e Santa Sofia. È indicativo l’esempio di palazzo Fontana, non più esistente, dove bastava cambiare stanza per cambiare stato: si diceva che di qua si condivano i cibi con sale di Volterra (Toscano), di là con sale di Cervia (Pontificio).

Questo, unito alla scarsità di forza pubblica e alle molte vie di fuga disponibili, favorì il contrabbando e il brigantaggio, di cui abbiamo notizia dal ‘500 (ma probabilmente era attivo anche nei secoli precedenti) fino a tutto l’ Ottocento.Nemmeno la presenza di una dogana, documentata almeno dal ‘700 sulla strada che prosegue oltre il ponte sul Rio Pondo, riuscì a contenere i traffici illeciti: l’ultimo gruppo di case sulla strada verso Collina di Pondo si chiama ancora oggi, dal 1548, Cà dei Ladri.

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