I personaggi di Corniolo

Da qualche anno nel borgo di Corniolo si è creato un interessante percorso artistico, a cura dell’Associazione Culturale SpazioArte di Santa Sofia che permette di accostarsi in maniera originale alla storia della Comunità e delle persone che ci vivono e che ci hanno vissuto. Attualmente l’itinerario è composto da cinque tappe, suscettibili di sviluppi futuri, in cui sono collocate opere pittoriche su pannelli che ritraggono alcuni corniolesi del passato.

La prima opera che potrebbe essere il punto di partenza per un’ideale visita al centro storico di Corniolo, raffigura Don Sabino Roverelli (1892 – 1974) sacerdote della Comunità dal 1927. Roverelli, dopo il suo predecessore Don Giuseppe Boncompagni, portò a termine la ricostruzione della chiesa parrocchiale di S. Pietro, edificio religioso di origini medievali, che aveva subito danni all’inizio del Novecento, in particolare nel 1918, anno del terribile terremoto che aveva colpito l’alta valle del Bidente. Nella pieve di S. Pietro ancora oggi si possono ammirare veri capolavori dell’arte rinascimentale, che attestano la duplice influenza di questi territori romagnoli rimasti per tanti secoli sotto il dominio di Firenze: una Deposizione del pittore faentino Giulio Panteghini e la splendida terracotta invetriata di Giovanni della Robbia. Scendendo dalla piazza intitolata a Pasquale II, papa nato nel XII secolo a Bleda fra Isola e Corniolo, si percorre la via lastricata del borgo, un tempo cuore pulsante della vita sociale ed economica del paese.

Il primo personaggio che si incontra è il ciabattino Pasqualino (Pasquale Casamenti), raffigurato nella facciata laterale della casa in cui aveva vissuto con la moglie Sillae dove si trovava il suo laboratorio. Poi, sotto il voltone in cui nei secoli passati vi era un’osteria, vediamo Giovanni (Giovanni Michelacci), immortalato nella panchina in pietra in cui era solito sedersi.

Proseguendo nella via “Rompicollo”, troviamo Corrado (Corrado Lippi), che viveva nella casa di inizio Novecento assieme ai fratelli Trento (Trentaccio) e Rosa (Rosettina). La sua vita si collega strettamente ad altre attività di sostentamento degli abitanti del borgo: l’agricoltura, le attività legate allo sfruttamento del bosco e del legname, ma anche la caccia e la pesca.

Continuando il percorso, merita uno sguardo la “via nuova” che, al pari del borgo, racconta tante storie antiche e recenti: le case sismiche, il grande edificio dell’asilo infantile costruito durante il Ventennio (c’è chi narra che lo stesso Mussolini, passando da Corniolo, ordinò la costruzione della scuola), i severi palazzi dei grandi proprietari terrieri - i Crisolini e gli Zanetti - nelle cui facciate campeggiano i loro stemmi nobiliari.

Proseguendo sulla strada provinciale, in direzione Lago-Campigna, si incontra l'ultimo lavoro inaugurato ad aprile del 2023. Raffigura Tiberio Amadori immortalato di fianco alla sua 1500 FIAT, con cui nel corso del Novecento aveva effettuato un servizio di trasporto pubblico (per visite mediche, per acquisti, fino ai piccoli “viaggi” per recarsi al cinema Mentore di Santa Sofia).

Ritornando nella parte alta dell’abitato si incontra l’ultimo lavoro realizzato. Ritrae due donne, Malva e Teresa Cucchi, che per anni hanno gestito un’attività turistica. Nella seconda metà del XX secolo un settore importante per l’economia del paese è stato quello dell’ospitalità.

Insomma questo itinerario, che permette vari livelli di lettura, fa riemergere, oltre ai personaggi rappresentati, la storia dei luoghi e le vicende, quasi “mitiche”, di tanti altri corniolesi, che si sono sedimentate nella memoria collettiva: la Rosina del bar, la Fefa e Giovannone del forno, Decio, Pirone dei muli e tanti altri. Dai luoghi riemerge la storia, ma anche la vita e le leggende delle persone che questi luoghi hanno vissuto. Questo l’intento degli ideatori del percorso: far conoscere il territorio per promuovere ed incentivare una valorizzazione e rinascita futura.

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