Le vie del cielo (1994)

L’opera, realizzata da Eliseo Mattiacci nel 1994, si compone di una struttura in cemento su cui poggiano due rotaie metalliche "che si proiettano verso le vie del cielo". E' evidente nella struttura la conciliazione tra la pesantezza (uso di materiali massicci e derivati dalle tecnologie contemporanee) e leggerezza, fra instabilità e precarietà. Mattiacci ha scelto un codice artistico essenziale per dare alla luce un’opera in cui gli opposti sono in bilico tra attrazione e repulsione e, forse proprio in virtù di questo contrasto, riescono a raggiungere un insperato punto di equilibrio.

Nell’opera si scorgono molteplici piani interpretativi; se, da un lato, è evidente l’allusione alle dicotomie con cui ogni esistenza deve fare i conti, il titolo “Le vie del cielo” rimanda al concetto del passaggio, della strada da percorrere per portarci in alto, per aspirare a qualcosa di etereo, di elevato: il cielo. E’ un invito alla riflessione, a calibrare le proprie forze prima di mettersi in cammino, a considerare gli ostacoli e le inevitabili cadute, ma a tenere salda la meta.

Biografia dell’artista

Eliseo Mattiacci (Cagli, PU, 1940 – Fossombrone, PU, 2019)

Dopo essersi diplomato all'istituto di Belle Arti di Pesaro, l'artista si stabilisce a Roma, dove frequenta l'ambiente culturale della capitale, in quegli anni in pieno di fermento. Pur mostrando molte affinità con le ideologie dell'Arte Povera, Mattiacci non vi aderirà mai totalmente per non appartenere ad un movimento ben preciso ed essere etichettato. Agli esordi degli anni Settanta inizia per Mattiacci l'interesse per un'arte d'azione, in particolar modo verso un approccio esistenziale e antropologico. Partecipa alla Biennale di Venezia (1972 e 1988).

A partire dagli anni Ottanta il lavoro di Eliseo Mattiacci si sviluppa intorno al tema dell'energia in un'ottica cosmica. Il decennio successivo vede l'affermarsi dell'interesse per grandi masse e dimensioni con monumentali installazioni in spazi aperti, alcune permanenti altre realizzate in occasione di eventi espositivi. I materiali sono quelli di sempre: lastre di acciaio corten, sfere di ghisa e diversi elementi in ferro. E' palese l'interesse crescente per i fenomeni legati alla precarietà dell'equilibro, al magnetismo, alle relazioni tra corpi e alle energie tra questi sprigionatesi. (nota biografica di Sara Liuzzi, 2017)

Partecipazione al Premio Campigna

Nel 1994 (38^ edizione del Premio Campigna a cura di Barilli, Spadoni e Cavallucci) Eliseo Mattiacci installa l’opera “Le vie del cielo” lungo le sponde del Bidente.

Nella Galleria Stoppioni in esposizione i bozzetti preparatori di Mattiacci e Somaini. L’artista era stato già stato individuato nella 32^ edizione del Premio Campigna del 1992.

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