Il giardino di Psyché (2016)

Su massi di pietra, l’arenaria locale, sono adagiate decine di farfalle in acciaio. L’artista, Giulio De Mitri, le ha colte forse in procinto di spiccare il volo o forse nel momento in cui si posano per un fugace attimo di riposo. Opera solo apparentemente “facile” e decorativa, chiarisce il suo fine tramite il titolo che la accompagna: “Il giardino di Psyché”. Le farfalle rappresentano psyché. l’anima, sono allegoria e simbolo dell’anima e del suo soffio vitale, e rimandano al mito, alla classicità greca.

L’intenzione dell’artista è quella di mettere al centro i valori dello spirito e di richiamare, al contempo, alla passione per la memoria, per la filosofia che sono alla base della civiltà. La farfalla è, allo stesso tempo, metafora del cambiamento; rappresenta l’evoluzione, una fase d’approdo dopo aver superato l’alienante condizione della larva, del bruco costretto a strisciare sulla terra e a vagheggiare il cielo. La farfalla può librarsi nell’azzurro, puntare in alto, come può fare il nostro spirito: questo sembra suggerire il turbinio delle farfalle posate sulla riva del Bidente.

Biografia dell’artista

Giulio De Mitri (Taranto, 1952)

Ha compiuto studi umanistici ed artistici. E' professore ordinario di Tecniche e tecnologie delle arti visive presso L'Accademia di Catanzaro. Artista innovativo e sperimentale, oggi tra i principali protagonisti in Italia della Light Art. Nel suo percorso artistico ha attraversato diversi linguaggi: dalla pittura alla performance, della fotografia alla scultura, dall'installazione ambientale al video. La sua ricerca sancisce un percorso coerente, improntato da anni sulla mediterraneità, coniugando tecnologia sofisticata (con il medium della luce artificiale) e liricità. Un pitagorismo sapienziale arcaico ed alchemico.

Partecipa alle edizioni della Biennale di Venezia (2007, 2011) e alla XV Quadriennale di Roma, alla IV Edizione della Biennale del Fin del Mundo 2014/2015, Mar del Plata (Argentina), XV e XIV Biennale d'Arte Sacra Contemporanea, Museo Stauros, San Gabriele, Teramo (2012,2010), Expo 2015 di Milano, nella rassegna internazionale Ultima Cena e alla I Biennale Arte & Industria. Utopia e Realtà, Labin, Croazia 2016. Ha esposto in mostre personali e colletive tra cui Milano, Roma, Siena, Arezzo, Torino, Bologna, Budapest, Stoccolma, Osaka, Isola di Samothrace, Ajdovscina, Porto Alegre, Philadelfia, Sarajevo, Berlino. Nel 2016 si aggiudica la 57^ edizione del Premio Campigna. Vive e lavora tra Taranto e Catanzaro. (nota biografica di Sara Liuzzi, 2017)

Partecipazione al Premio Campigna

Nel 2016 (57^ edizione del Premio Campigna a cura di R. Barilli) Giulio De Mitri realizzano il lavoro “Il giardino di psyché”. L’edizione del 2016 ha visto l’organizzazione di tre eventi: l’installazione dell’opera site specif nell’alveo del fiume Bidente, la mostra “Attraversamenti in luce” nella Galleria Stoppioni, una residenza diretta da De Mitri stesso e dedicata alla creatività giovanile.

Nel 2017 il CRAC (Centro di Ricerca Arte Contemporanea Puglia) di Taranto ha ospitato, grazie al prezioso sostegno dell’artista, una mostra sui progetti e le installazioni del Parco di Sculture di Santa Sofia.

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