Pea Brain (anni'90)

Negli anni ‘90 la coppia artistica formata da Monica Cuoghi e Claudio Corsello ha realizzato, nei pressi della briglia del fiume Bidente, il murale “Pea Brain”, la rappresentazione di un’“ochetta” dalle gambe lunghe e snodate, una traccia semplice che diventerà in breve tempo un simbolo enigmatico.

L’arte di Cuoghi Corsello ha visto l’alternarsi di performance, installazioni in gallerie e interventi di street art, azioni tese alla riappropriazione della città e dei suoi spazi.

Il contesto urbano diviene infatti fondamentale per il loro progetto artistico ed il mezzo ultimo per comunicare con il pubblico. Alla nascita di Pea Brain seguono poi altri progetti, altrettanto noti. Possiamo citare ad esempio SUF ed il suo alter-ego Skifio.

L’oca Pea Brain rimane però la loro interfaccia più nota le cui testimonianze non si fermano al passato, ma continuano tutt’oggi anche attraverso installazioni vere e proprie. Il nome del personaggio è legato ad un errore per cui la firma “cervellino”, nome con cui veniva chiamata Monica Cuoghi, venne erroneamente tradotta in inglese insieme ad un testo da lei scritto per il catalogo e la mostra “Contatto”. La traduzione, letteralmente “Pea Brain”, venne quindi scelta dall’artista come nome da utilizzare nelle sue opere di street art.

La ricerca artistica parte da Bologna, ma le opere di Cuoghi Corsello si possono ammirare in diverse città italiane; al contributo offerto a Santa Sofia negli anni ‘90 con il murale di Pea Brain seguirà anche, nel 2008, la realizzazione dell’ottava opera del Parco di Sculture del Bidente, all’interno del 50° Premio Campigna - sezione scultura. Gli artisti hanno ideato una grande opera in legno, “SUF S. Sofia”, pensata per permettere un momento di sosta ai passanti.